Hands on – Gears of War 3 (Xbox 360)

di • 15 aprile 2011 • AnteprimaCommenti (0)1948

Se è vero che la notte porta consiglio, quella tra ieri e oggi è stata per il sottoscritto di una banalità disarmante – o di un’intelligenza rivelatrice, punti di vista. Fatto sta che la mia console non ha avuto problemi nella scelta tra Crysis 2, anch’esso in fase di recensione e su queste pagine nei prossimi giorni, e la beta di Gears of War 3. Una scelta che pendeva e pende verso quest’ultimo per il ventaglio di motivi a cui potete dare uno sguardo nelle righe in basso.

Premetto di non essere mai stato un grandissimo fan di Gears, tranne che del primo (mi spinse a comprare un’Xbox 360, lo ricordo come se fosse ieri), e che al secondo episodio della serie ho giocato davvero poco – neppure il tempo di finire la campagna in singolo. Ho sempre preferito Halo e la sua magnifica visuale in prima persona, le atmosfere aliene e la freneticità che lo rende, con ogni probabilità, il miglior FPS sbarcato oltre i lidi dei PC. Se stessimo chiacchierando su un forum, dunque, mi consigliereste di giocare lo sparatutto Crytek piuttosto che quello Epic, eppure non è così; non siamo su un forum e non posso "accettare" il suggerimento, perché mi ha semplicemente divertito di più Gears of War 3 che il rivale d’altri tempi Crysis 2. Sarà l’assenza di un esagerato effetto di blur, sarà il feeling unico di un gioco pensato per una determinata piattaforma, sarà quel che sarà. Ma se questo è soltanto un assaggio di quel che diventerà il multiplayer dell’esclusiva Microsoft, non vedo l’ora di mettere le mani sulla sua versione completa.

[img alt='Thrashball e il suo enorme, penzolante tabellone luminoso']/immagini/Articoli/category1505/picture114359.aspx[/img]

La beta. Tre modalità, le più "richieste" del predecessore e cioè Team Deathmatch, Capture the Leader e King of the Hill. Parto col dire che Re della Collina è la mia preferita, un mix letale di azione all’ultimo sangue e strategia che rende soprattutto se servito in compagnia; vince la squadra che prima arriva a 170 punti, mentre le aree da conquistare si fanno più insidiose – nonché maggiormente complicate da difendere – man mano che ci si avvicina alla meta. Segue il Deathmatch a squadre, composte ancora da cinque giocatori ciascuna, che è stato notevolmente rivisto in quest’iterazione del franchise a stelle e strisce (pensate, mi è sembrato un incrocio tra Esecuzione e il classico Deathmatch): ogni quintetto avrà a disposizione venti respawn, che capiteranno nei luoghi meno aspettati per favorire il ribaltamento degli scontri e che saranno utili ad arrivare al punteggio di due turni vinti, oltre a un rinnovato arsenale di armi per l’annientamento della specie umana/delle locuste. Continuo a preferire l’accoppiata Lancer-Gnasher (mitra e pompa), ma è giusto che Epic abbia invecchiato il parco armi, vuoi per ragioni di trama, vuoi per dare un tocco di freschezza al gameplay; effettivamente, i nuovi "ferri" non hanno trovato, nella mia prova su strada, grandissimo utilizzo. C’ho provato, non ho tratto particolari vantaggi se non dal lanciamine sotterranee, il Digger Launcher che, oltre a proporre un bel risultato visivo (una scia nuvolosa di terra), procura kill nei modi e nei momenti più impensati. Altre chicche sono il Oneshot, un incrocio tra Martello dell’Alba e cecchino, grazie alla linea rossa che polverizza qualunque cosa venga con essa a contatto, e il vecchio Lancer delle guerre Pendulum, intrigante per la baionetta attivabile col tasto B in corsa ma impreciso come il più leggero dei mitragliatori – gli sviluppatori sembrano gridare: usatelo da soli, mai in multiplayer. Ultima citazione per le esecuzioni: forse l’avrete già immaginato ma, come per il suddetto mitra, è qualcosa che vedo bene soltanto per il single-player; contando la rapidità dell’azione di un deathmatch, è chiaro che potrebbe risultare una lama a doppio taglio (più punti e maggiore possibilità di essere colti alle spalle), un rischio a cui ho spesso e volentieri rinunciato in favore dell’abitudinario colpo di pompa. Lo stesso discorso vale per la motosega del Lancer che, tra sfide e possibilità di essere infilzati, mi è parsa maggiormente equilibrata rispetto all’immediato passato.

Le mappe. Trenches, Checkout, Old Town e Thrashball. Non so se e come verranno tradotti in italiano i loro nomi, ma per il momento posso dire che mi piacciono più o meno tutte. Forse Trenches, un’area pressoché desertica su cui cala d’improvviso anche una misteriosa nebbia, è quella che meno ho "capito", eppure sento di confermarlo: la qualità del lavoro svolto sulle location è di alto e profondo livello. Basti pensare alla distruttibilità, non ancora ai livelli di Battlefield ovviamente, che viene applicata su particolari punti delle location: in Thrashball, ad esempio, è possibile far cadere l’enorme tabellone luminoso al centro dello stadio, in modo da provocare fortissimi danni ai malcapitati "passanti"; Checkout mi resterà nel cuore per le sue tantissime coperture, un po’ meno per le TV indistruttibili (benché le colonne si sfascino ch’è un piacere); in Old Town, invece e banalmente, mi sono divertito a sparare contro cocomeri e galline – segno che la tecnologia di questo Unreal Engine 3, spinto al massimo dai suoi creatori, ha fatto un piccolo passo avanti.

[img alt='Il vecchio Lancer e il suo utilizzo migliore' align='center' width='400']/immagini/Articoli/category1505/picture114358.aspx[/img]

E a proposito di tecnologia… la grafica? Dio mi è testimone, ho avuto la stessa impressione dello scorso E3. Il passo avanti di cui sopra c’è, è evidente ma pur sempre piccolo: un’interessante ripulitura, ecco, che continua a sottolineare un dato di fatto – oltre questo non si va, il limite è stato raggiunto. Poco male, perché l’illuminazione (figlia di quella ripulitura citata poc’anzi e che mi ha ricordato il passaggio da Fifa 10 a Fifa Mondiali 2010 Sudafrica) è magistrale, le animazioni dei protagonisti sono più fluide e variegate, il frame-rate è solido come una roccia nonostante i molteplici effetti e colori sullo schermo.

So che quest’articolo non cambierà le intenzioni della maggior parte di voi, e che forse vi farà soltanto sbavare in vista del prossimo settembre. Ma state certi che, se queste premesse verranno rispettate e se i fenomeni di lag continueranno a restare soltanto un brutto ricordo (pure senza server dedicati, per ora inattivi), Gears of War 3 deterrà per moltissimo tempo lo scettro di più giocato su Xbox Live.


La beta di Gears of War 3 sarà disponibile a partire dal 18 aprile per quanti hanno acquistato la Epic Edition di Bulletstorm e dal 25 dello stesso mese per i pre-order del gioco.

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